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Abbandonare il campo

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27 Aprile 2020

Abbandonare il campo

Mi è capitato a volte che qualcuno mi chiedesse aiuto per capire come gestire il proprio impulso a lasciare qualcosa o qualcuno. Sai quel bisogno che nella vita prima o poi capita di voler abbandonare il campo e scappare via. Nel tentativo di aiutare quelle persone, la prima domanda di solito è stata: "nel punto in cui ti trovi ora, che cosa vorresti avere che non hai?" Subito dopo, l'invito era di scrivere a impulso, senza rifletterci più di tanto, quante più cose il loro subconscio suggerisse.
Nella mia di vita, mi è capitato a volte di volermene andare, da un luogo, da una casa, da un lavoro, da una compagnia, da un amore o chissà da quali altre cose che ora non ricordo. Non che io sia una persona scostante e con un elevatissimo bisogno di varietà ma insomma, in una vita succede di iniziare storie fantastiche che tramutano in situazioni nelle quali non stiamo più bene. È da lì che nasce l'impulso ad andarsene.
Riflettendo su questo, mi sono ricordato che ogni volta che quella decisione è arrivata, non è mai stata per me una decisione impulsiva.

Prima di andarmene, ho sempre cercato di capire se avevo fatto ogni tentativo per continuare a rimanere.

Ho sempre cercato di capire se, prima di andarmene, ero riuscito in qualche modo a rendere quella situazione migliore di com'era prima. A volte sono rimasto, a volte me ne sono andato e, quando ciò è accaduto, soprattutto mi sono preoccupato di fare il possibile affinché, nell'andarmene, potessi lasciare un buon ricordo di me.

Ogni giorno cerco di fare il possibile
per lasciare ogni cosa, ogni luogo e ogni persona che incontro,
migliore di come l'ho incontrata.

Giorgio Nardone, uno tra i più famosi psicoterapeuti italiani, nel suo libro "dialogo strategico" dice:
 
"si può abbandonare un campo di battaglia solo quando si è in grado di starci;
se si abbandona quando non si è in grado di starci,
è una fuga e ogni fuga ci lascia delle ferite che non guariscono."

Quando te ne vai, chiediti se ciò che stai per compiere è davvero l'inizio di un nuovo viaggio oppure una fuga.

Tutela te stesso mentre te ne vai, ma se nel mentre ti viene da "sbattere una porta", preoccupati che quel gesto non diventi una ferita dalla quale forse non guarirai più.
Allontanati dalle cose che non ti fanno bene, ma non farlo fuggendo. Se decidi di allontanarti da loro, vattene possibilmente senza rancori e portando con te solo ciò che di buono quel luogo, quella casa, quel lavoro, quella compagnia, quell'amore, ti hanno donato fino a li, mentre le amavi.
Ecco, soprattutto ricordati di questo mentre te ne vai:
 
c'è stato un attimo, un giorno o tutta una vita in cui quelle cose, quei luoghi o quelle persone sono forse state le più importanti per te, di sicuro le hai amate.

 
Buona vita
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